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Mar 13

Le avventure di Magellano

Bentornati. Ci eravamo lasciati con la scommessa di Magellano, ossia che fosse possibile arrivare alle isole delle spezie passando attraverso l’America. Il suo progetto è altamente rischioso: Magellano quando parte, il 10 agosto del 1519, neppure sa quanto potrebbe durare il suo viaggio.

Tutti sappiamo che egli muore durante il suo percorso, perché ce lo hanno detto a scuola, ma forse non tutti sanno perché e fino a che punto è stata dura la sua navigazione.

Per raccontarvi questa storia faccio tesoro delle parole di Antonio Pigafetta, scrittore e navigatore vicentino. Quest’ultimo nell’estate del 1519 si trova a Barcellona, sente parlare del viaggio di Magellano e decide di partire insieme con lui. Egli è il nostro unico testimone diretto di questo primo giro completo del mondo. Tiene un diario durante tutto il percorso, che nel 1522 dona all’imperatore Carlo V e che purtroppo va perduto. Fortunatamente, Pigafetta redige anche una relazione sul suo viaggio, prima in italiano poi in francese, dove abbondano i particolari sulle popolazioni indigene incontrate da Magellano, gli animali selvatici ed esotici che egli ha visto con i suoi occhi e tutte le vicissitudini del grande capitano.

Il navigatore portoghese non è, però, l’unico comandante di questa spedizione: per volontà di Carlo V, lo affiancano altri tre capitani di ventura, tutti spagnoli. Ebbene, il Pigafetta da subito ci dice che questi altri capitani odiano molto Magellano. Il comandante reagisce imponendo a tutti un giuramento di fedeltà all’imperatore Carlo V e quindi anche alla missione, e pretendendo che la sua caravella, la Trinidad, fosse la prima a guida di tutto il gruppo, come evidente simbolo della sua stessa autorità. Queste misure non servono però a evitare che i capitani spagnoli si mettano a cospirare ai danni di Magellano. Arrivato l’inverno, Magellano e i suoi decidono di svernare in Patagonia. Il 31 marzo del 1520, a causa di una tempesta, le caravelle si fermano in un golfo riparato, che viene battezzato Puerto de San Julián e che si trova nell’odierna Argentina. Per i capitani spagnoli è il momento ideale per tentare di uccidere Magellano: Luis de Mendoza, Gaspare de Quesada insieme al vicecomandante Juan de Cartagena tentano l’ammutinamento. Essi sono tuttavia scoperti per tempo dagli uomini del capitano portoghese. I primi due vengono giustiziati immediatamente, invece Juan de Cartagena, essendo stato nominato vice dello stesso Magellano, viene abbandonato con pochi viveri sulla costa. Di fatto muore di fame in una zona remota della Patagonia.

Il motivo dell’odio nei confronti di Magellano non è solo che egli è portoghese e gli altri spagnoli, ma anche che, dopo quasi un anno di tentativi, non viene più ritenuto possibile il suo progetto di raggiungere le Molucche attraversando l’America del Sud..

Dopo l’ammutinamento, Magellano deve affrontare altri problemi che rendono difficile lo spirito a bordo: prima una nave, la Concepción, decide di tornare in Spagna, abbandonando la missione, poi, tra novembre 1520 e gennaio 1521 i viveri scarseggiano sempre di più e non c’è modo di fare rifornimento. Diversi uomini muoiono per malnutrizione perché a bordo non si mangia più né pane né biscotto, ma le poche briciole e la polvere rimasta sul fondo dei barili. Magellano e i suoi si salvano perché incontrano due piccole isole, dove riescono a trovare finalmente del cibo, e che per questo chiamano Isole fortunate, rifacendosi al mito delle isole dei beati. Pigafetta stesso ci dice che sarebbero morti tutti se non le avessero trovate.

Intanto però lo scopo della missione è stato raggiunto: nel novembre del 1520 Magellano e i suoi avevano trovato uno stretto, che a differenza di altre baie o stretti prosegue a lungo, si biforca al punto da sembrare un labirinto, eppure sfocia in mare aperto. Il 28 novembre 1520, le navi arrivano all’ingresso dell’Oceano Pacifico. Magellano si rende conto del suo successo, scoppia in un lungo pianto di gioia, e battezza il luogo “Cabo Deaseado” perché a lungo aveva desiderato poter passare l’America del Sud. Il suo piano non è più una pura scommessa, ma un fatto compiuto. Ha mantenuto la promessa a Carlo V.

Giunti nelle odierne Filippine, i naviganti incontrano varie popolazioni indigene con le quali Magellano riesce a comunicare grazie ad un suo schiavo malese che fa da traduttore, Henrique di Malacca. L’incontro con questi altri popoli a volte è pacifico, altre volte è conflittuale, anche perché il comandante ora mira non solo a trovare le spezie, ma anche a garantirsi nuove alleanze per la Spagna e territori per sé. Per questo motivo egli decide di sostenere il sultano dell’isola Cebu, Humabon, contro il capo ribelle di un’altra isola, l’attuale Mactau. Magellano è sicuro di vincere, ma il 27 aprile del 1521 viene sconfitto dagli indigeni locali e addirittura viene da loro ucciso.

Pigafetta e gli altri naviganti continueranno il percorso, tra altre disavventure fino a tornare in Spagna il 6 settembre 1522, due anni e undici mesi dopo l’iniziale partenza, in un numero drasticamente ridotto rispetto ai 239 uomini iniziali.

Bibliografia:

Pigafetta, A., Relazione del primo viaggio intorno al mondo, a cura di Manfroni C., Istituto editoriale italiano, Milano 1956.

Da Pozzo, Giovanni. “Serenità e Ambiguità Nella ‘Relazione’ Di Antonio Pigafetta.” Italica, vol. 82, no. 3/4, American Association of Teachers of Italian, 2005, pp. 426–50, http://www.jstor.org/stable/27669026.

http://www.grandinavigatori.it/la-morte-di-magellano.html

Estratto dal documentario de “Il tempo e la storia”, di Rai 3. Insieme a Alessandro Barbero si segue il primo viaggio di circumnavigazione della terra, compiuto dal 1519 al 1522 dal portoghese Ferdinando Magellano per conto del re di Spagna Carlo V. Un viaggio che dimostrò che tutte le terre note erano raggiungibili via mare, aprì nuove rotte commerciali e immense prospettive di sviluppo all’Europa: https://www.youtube.com/watch?v=6XuQcsSa90I

About The Author

Docente di Storia e Filosofia Dottoranda presso Universidad Francisco de Vitoria – Madrid